Oggi festeggiamo la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”. 161 anni fa, nel 1861, fu proclamata l’unità della Nazione. Il 17 marzo è la data in cui Vittorio Emanuele II di Savoia, re di Sardegna e Piemonte, diventò il primo re d’Italia.
Perché l’Italia fosse tutta unita mancavano ancora il Veneto e la provincia di Mantova, il Lazio, il Trentino Alto Adige e la Venezia Giulia, che si aggiunsero rispettivamente nel 1866, nel 1970 e poi nel 1918.
Siamo uniti da 161 anni ma tanto resta da fare: il divario in termini di sviluppo tra nord e sud è ancora un gap da colmare, la spaccatura della nostra società creatasi nel periodo della lotta partigiana non è ancora sanata e le crepe della nostra comunità nazionale aumentano continuamente, anche alimentate da una politica che usa l’esasperazione delle differenze come metodo per l’acquisizione del consenso. La pandemia e ora la guerra possono contribuire a dividerci.
Oggi riuniamoci nella forza che ci da una bandiera per affrontare il periodo difficile che stiamo vivendo, con l’obiettivo di ritrovare un’unità più alta, che è quella di chi mette al centro sempre il valore dell’essere umano.
La bandiera che ci unisce ci differenzia dagli altri ma sventola insieme alle altre bandiere in una comunità degli Stati che non deve tornare a separarsi. E’ questo il momento di spingere oltre il sogno di costruire altre unità più alte che contengano le singole unità statali. Per affrontare le sfide del momento dobbiamo riprendere il sogno europeo e pensare a come costruire un’unità politica dell’Europa, che deve necessariamente anticipare l’unità della difesa e per pensare ad una riforma delle nazioni unite che consenta a questa organizzazione di svolgere pienamente il proprio ruolo per la pace mondiale.
Non elimineremo mai la competizione tra gli stati, la competizione è un sano stimolo al miglioramento costante, ma dobbiamo costruire un sistema utile ad evitare che la competizione diventi conflitto e poi guerra.
SI ALLA PACE! La pace non è un’utopia e dipende dalle scelte che si fanno in nome della bandiera e di quella bellissima Costituzione italiana che ci guida.