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In attesa e nella speranza della pace, lezioni apprese per il futuro

Ieri sera a Controcorrente su Rete4 eravamo in tanti, è stato complicato parlare e per questo intendo riassumere qui il mio pensiero.

Condanno con forza la vergognosa aggressione di Vladimir Putin a un paese indipendente e sovrano. Credo che Putin avesse già deciso e preparato da tempo l’aggressione e che la questione di evitare l’ingresso dell’Ucraina nella Nato sia stato solo un pretesto, perché avrebbe potuto ottenere il risultato della neutralità senza l’uso delle armi. Il video in cui Putin mette in soggezione il suo capo dei servizi segreti che sconsigliava l’invasione lo abbiamo visto tutti.
Penso che qualcosa sia stato sbagliato se dalla fine della guerra fredda in poi, siamo riusciti a creare una nuova guerra fredda che è diventata “calda” e rischia di degenerare. Ieri ho dichiarato che la Nato ha esercitato un’attenzione eccessiva verso il fianco est, di fatto non rispettando la profondità strategica della Russia. Questa osservazione non giustifica in nessun modo l’azione di Putin, ma deve essere una lezione appresa.

Gli avversari non vanno demonizzati, con gli avversari non bisogna smettere di dialogare. Nell’ottobre dello scorso anno, invece, in seguito all’espulsione del personale diplomatico russo accusato di spionaggio da parte Nato, la Russia ha interrotto la collaborazione diplomatica con la Nato. La situazione era però già deteriorata. Dal 2014 il Consiglio Nato-Russia (CNR) non funziona a causa della sfiducia tra le due parti, da allora la situazione non ha fatto che peggiorare.

A tal proposito, credo che sia stato un errore sospendere la partecipazione della Russia alla Partnership for Peace (PfP), nata nel 1994 per sviluppare le relazioni militari e politiche della Nato con le nazioni non Nato in Europa e nella ex sfera sovietica. Con l’adesione della Russia alla PfP di fatto si sostituiva l’ostilità della guerra fredda tra la NATO e la Russia, con la cooperazione e con un impegno reciproco a relazioni pacifiche in Europa.
La sospensione della PfP ha significato interrompere le esercitazioni comuni, il confronto tra esperti, le missioni congiunte e la cooperazione scientifica, che invece dovevano servire a creare un lavoro comune nella sicurezza tra Russia e Nato.

L’attacco di Putin all’Ucraina è un attacco all’assetto della sicurezza euro-atlantica. Se ogni crisi deve essere vista anche come opportunità, questa volta dovremo uscirne con la convinzione che il rafforzamento della NATO deve passare anche da un rafforzamento della seconda gamba dell’assetto euro-atlantico della sicurezza, che è l’Europa e la difesa europea.

Con la Russia si deve tornare a parlare partendo dagli interessi che abbiamo in comune.
Può sembrare assurdo dirlo mentre Putin dichiara di mettere in stato d’allerta le forze di deterrenza nucleare e l’UE decide di bloccare il traffico aereo e forse anche quello marittimo ai mezzi russi, ma in questi stessi momenti il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj sta per andare a trattare la pace e bisogna pensare come ricostruirla.