Di Ignazio Cutrò (presidente Nuovi Orizzonti per l’Italia)
Filippo Misuraca e Margherita Landa sono una coppia di imprenditori palermitani che nel 2013 ha presentato 30 denunce contro coloro che chiedevano il pizzo alla «Elimar srl», la loro azienda edile.
Collaborando alle indagini Filippo e Margherita hanno fatto condannare gli strozzini.
Cittadini veri, il cui esempio dovrebbe incoraggiare le altre vittime a fare lo stesso e che, per questo, hanno ottenuto dallo stato i benefici previsti dal fondo antiracket ed antiusura compresa la sospensione dei termini esecutivi, fiscali ed amministrativi.
Però…c’è un però.
Nonostante i benefici ottenuti a dicembre 2019 la Procura di Palermo chiese il fallimento della loro azienda a causa di un debito con l’Erario di quasi un milione e 900mila euro. A maggio 2020 il tribunale rigettò tale istanza e Filippo e Margherita avrebbero potuto tirare un respiro di sollievo se non fosse che, dopo due anni, non hanno ancora ottenuto la sospensione dei termini che gli permetterebbe di andare avanti con il lavoro in attesa di ricevere dallo stato, dopo 7 anni, il dovuto riconoscimento del mancato guadagno
Filippo e Margherita, come tanti altri che hanno fatto lo stesso percorso, si sentono presi in giro dallo Stato. Ogni settimana in prefettura gli dicono che la loro pratica andrà in Comitato la settimana dopo. Intanto non ottengono né il mancato guadagno e né la sospensione dei termini, nonostante esista una circolare della Prefettura che dice che se lo Stato non ha dato il mancato guadagno, concede la sospensione dei termini nell’attesa della quantificazione del mancato guadagno.
I due coniugi si sono rivolti al Presidente Sergio Mattarella a cui hanno scritto che desiderano soltanto lavorare con serenità. Invece vivono ogni giorno la disperazione di chi non sa come andare avanti.
Ho vissuto personalmente lo stesso calvario e ho trovato davanti a me il muro di gomma delle istituzioni per questo esprimo la mia vicinanza nei confronti di Filippo Misuraca e Margherita Landa i quali da molti anni sono oggetto di continue minacce e intimidazioni da parte di Cosa Nostra ma anche vittime delle inefficienze e dei ritardi dello Stato nel riconoscere loro quanto già previsto dalle leggi in materia di estorsione e usura”.
I ritardi nel riconoscere effettivamente i benefici sono colpevoli e immotivati. Faccio appello al Prefetto di Palermo, alla Procura della Repubblica ed al Commissario Nazionale Antiracket affinché i coniugi Misuraca possano al più presto possibile tornare ad avere una vita normale”.
Le misure a sostegno degli imprenditori che denunciano vanno concretamente attuate perché trattasi di misure di solidarietà che lo Stato non può e non deve negare ai cittadini onesti che con sprezzo del pericolo hanno testimoniato contro le mafie.
Noi di Nuovi Orizzonti per l’Italia saremo sempre dalla loro parte. La Lotta alla Mafia non si deve solo dichiarare. La lotta alla Mafia SI FA. E i testimoni di giustizia sono un’arma formidabile per sconfiggerla.